AGGIORNAMENTI

sfilata 2022

L'UTILITÀ DEL VUOTO

“Plasmiamo la creta per formare un vaso ma è il vuoto centrale che rende utile il vaso”. Così suona una celeberrima frase del tao te Ching di Lao Tzu.
Ad un primo ascolto potrebbe risultare una espressione trasparente, nella sua chiarezza: la funzione del vaso è quella di contenere qualcosa, perciò è il vuoto che permette di attivare questa capacità.
In Grecia Aristotele per definire la sostanza di una cosa ricorre alla coppia materia/forma. Una brocca può essere costituita da argilla o da altri materiali, ma è la forma, la sua struttura, che ne determina la funzione, l'utilità. Anche questo modo di vedere ci appare chiaro per non dire cristallino nella sua evidenza. Sembra però, in questo caso, che Aristotele si sia dimenticato del vuoto… il vaso non è mai vuoto per lui, contiene sempre qualcosa: aria, acqua, terra…
Questo accade anche a noi moderni occidentali, figli di Cartesio, quando immaginiamo lo spazio come un contenitore riempito di ogni sorta di cose, ma lo spazio non è semplicemente un ricettacolo bensì anche un luogo di transito di tutto ciò che accade, di ciò che per l’ appunto ha luogo. Dunque lo spazio, in un certo senso, è anche tempo: laddove prima c'era dell'acqua ora c'è dell'aria…. e ciò che permette il transito, questo movimento, è il vuoto. Forse potremmo pensare al vuoto come a questa stessa motilitá spaziotemporale.
Rappresentare questo movimento in una forma non è affatto semplice, ma quando vedo gli anelli di Cremasco mi sembra che lui ci sia felicemente riuscito.
L’anello già di per sé è una forma che circoscrive un vuoto, senza il quale l’anello non potrebbe essere indossato. Ma gli anelli di Cremasco ospitano delle forme, come le definisce lui, delle ciambelle e altre superfici topologiche, dove lo spazio s’incurva su se stesso creando un gioco di fori che mette in risalto la dialettica del vuoto e del pieno, liberando così una sfilata di immagini.
Io ci vedo una sorta di padiglioni auricolari che intercettano le vibrazioni prodotte dal tutto: nel mentre lo percepiscono se lo rappresentano attraverso la loro medesima forma, come una sorta di monadi leibniziane. Alcuni di questi anelli mostrano delle forme organiche che rispecchiano la circolazione dell'energia vitale che pulsa nel cosmo… Così mi appaiono.
Un secondo tipo di anelli non ospita delle forme sul loro dorso bensì, all'interno della propria forma compatta, nascondono linee che evolvono in curve e spirali senza soluzione di continuità, dove s’inanella l’esteriorità con l’interiorità, l’implicito e l’esplicito, in un unico movimento.
Se il vuoto della brocca nel suo nascondersi rende possibile l'uso della brocca, ne definisce l’utilità, negli anelli di Cremasco il vuoto indica il gioco dello spazio tempo. Questi infatti possono essere visti come dei simboli del gioco senza scopo né fine del mondo della vita.
Questi anelli mi ricordano La Rosa del mistico Angelo Silesius: “La rosa è senza perché, fiorisce perché fiorisce; non pensa a sé, non si chiede se la si veda oppure no”.

Andrea Clemente Potami


Ghirigoro

Nel 2014 ho cominciato a studiare e produrre anelli. Ho continuato finora, disegnando a matita decine di fogli, estemporanei o meditati, con idee chiare o sfocate, discontinui, ripresi sul posto o ripetuti più avanti, a volte con tentativi di organizzare, raggruppare per forme visive simili, o per superfici topologiche, e disegnando anche, a volte prima durante poi, una moltitudine di file in 3D e grafici. Il tutto molto confuso.
Troppo difficile fare una completa pulizia. Ora, forse in un flusso calante di creatività, forse con il presentimento di un capitolo che sta per chiudersi, rimane la voglia di sistemare almeno qualcosa, di darmi un contentino.
Dopo avere indossato realmente e virtualmente decine di anelli, ora voglio come sfilarmene un po' dalla testa, dalle dita, e faccio dunque una sfilata composta da due collezioni: foroton e n-plici.
N-plici si spiega leggendo i titoli degli anelli. Foroton richiama foro e POROTON® (un marchio internazionale che contraddistingue un laterizio alleggerito). Dunque diventa un sistema costruttivo con fori, intorno ai fori, come certe sculture bucate di Henry Moore, in alcune delle quali, molto grandi, l'osservatore può passarci dentro con il corpo.
L'anello è una piccolissima scultura in stile Henry Moore, dove l'oggetto, anziché percorso dal corpo dell'osservatore, viene penetrato semplicemente da un dito.
Se poi guardo l'anello virtualmente con una applicazione 3D, posso ingrandirlo a piacere ed eventualmente passarci dentro con una telecamera a mia discrezione.

Piergiorgio Cremasco


Vai alla collezione FOROTON
Vai alla collezione N-PLICI